“I Ching. Il libro dei Mutamenti”
I Ching è considerato un oracolo vivente… la sua storia comincia in Cina, più di tremila anni fa…veniva usato dalle dinastie imperiali per chiedere consiglio circa questioni di stato. Era la versione orientale della consultazioni che in occidente si effettuava nei confronti dell’oracolo di Delfi.
È una pratica che ancora oggi può essere considerata utile a tutti per affrontare situazioni difficili. Tutt’ora è utilizzato in psicologia come pratica di esplorazione di se stessi e per fare luce nei confronti di situazioni complesse. A differenza dell’oracolo di Delfi, per cui bisognava fare un lungo viaggio per chiedere aiuto agli Dei, nell’antichità, i Ching erano uno strumento di immediata consultazione da parti di chiunque.
Però la consultazione richiedeva prima una certa pratica. Infatti ci si poteva rivolgere all’oracolo dopo un’attenta riesamina del problema che affliggeva cercando di porre all’oracolo delle domande già meditate. Il senso era quello di non disturbare l’oracolo per questioni futili ma di rispettare la sua sacralità.
L’atteggiamento iniziale di esamina del problema prima di consultarlo spesso portava a trovare la risposta da soli. Jung venne molto colpito da questo strumento e utilizzò molto tempo della sua vita per introdurlo in Europa. La motivazione era dettata dal fatto che in esso vi individuò in potente strumento introspettivo e di crescita personale.
Jung e il sinologo e traduttore Wilhelm collaborarono alla sua diffusione grazie alla traduzione e al commento esplicativo dell’opera nel 1924.
Dichiarato «classico confuciano» per editto imperiale nel 136 a.c. il manuale di divinazione ebbe per secoli profondo influsso sulla filosofia, l’arte, la letteratura, la politica, la scienza, la tecnica e la medicina di numerose culture dell’Asia orientale come ci spiega Richard J. Smith, uno dei suoi più importanti studiosi.
Arrivato in Europa nel Seicento al seguito dei missionari gesuiti di ritorno dall’Oriente, i Ching si è via via guadagnato l’attenzione di personaggi come Leibniz, Cari Gustav Jung, Hermann Hesse, Philip Dick, Allen Ginsberg, Jorge Luis Borges, Bob Dylan, e ancora oggi resta una lettura straordinariamente affascinante.
Scrive Richard J. Smith sui i Ching, ( o detti anche Yijing):
“L’Yijing, per più di duemila anni, ha esercitato un’enorme influenza sulla cultura cinese, un’influenza paragonabile a quella della “Bibbia” sulla cultura giudaica-cristiana o del “Corano” sulla cultura islamica, dei “Veda” su quella induista e dei “sutra” sulla buddhista”. Ampia è stata la diffusione, nei corsi dei secoli.”
Non a caso Jung e Wilhelm se ne appassionarono così tanto da volerlo esaminare, approfondire e condividere con il resto del mondo. È emblematico l’entusiasmo di questi autori nei confronti di quelle, che per loro, erano delle scoperte di conoscenze sapienziali antiche e la necessità di diffonderle.
Wilhelm lo tradusse in modo straordinario, sottolineando come fosse uno dei testi divinatori più antichi e noti della tradizione cinese. Jung se ne appassionò e scrisse una lunga prefazione ( più di 60 pagine), dove non solo presentò l’opera e il significato dei 64 esagrammi, ma raccontò anche la sua esperienza pratica di consultazione. Dei I Ching aveva parlato anche nel suo scritto sui fenomeni di sincronicità.
Scrive Jung: “Perfino all’occhio più prevenuto è chiaro che questo libro rappresenta un’unica lunga esortazione a esaminare con cura il proprio carattere, il proprio comportamento e le proprie motivazioni.”
Per molti, ancora oggi, i “Mutamenti “ sono considerati “un oracolo vivente” e come tali vengono consultai e utilizzati nell’analisi del profondo. All’ Yijing si sono ispirati testi letterali, tra questi “La svastica sul sole” (1962) di K. Dick.
La collaborazione di Jung con Wilhelm è un grande esempio di come l’amore per la conoscenza spingesse gli autori a diventare un canale di diffusione dei più alti insegnamenti … da qualunque parti essi provenissero… senza fare discriminazioni di luoghi o tempi.
Infatti spaziò dalla filosofia, alla psicanalisi, all’alchimia, dall’Oriente all’Occidente, dalla mitologia alla antropologia, dalla letteratura all’arte figurativa, dal misticismo al paranormale, comprese le culture greca, africana e indiana.
È questa sua inesauribile curiosità caratterizzò il suo lavoro probabilmente spinto da un desiderio di realizzazione personale che lo ha reso in un certo senso immortale. Tutt’ora il suo fermento è avvertito nei suoi scritti, come se fosse lì con noi a parlare nel suo modo appassionato e accogliente.
Grazie dell’attenzione.
Dott.sa Giulia Iolanda De Carlo
Psicologa Psicoterapeuta
Corso Gramsci,133, Palagianello (Ta)
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