Sapevate che Jung non voleva realizzarlo, ma venne dissuaso dalla sua decisione da un sogno?
Una curiosità affascinante riguarda proprio la sua realizzazione: Jung inizialmente si rifiutò di scrivere questo libro. Eppure, un sogno lo spinse a cambiare idea, portandolo a scrivere un’opera che avrebbe raggiunto milioni di lettori. Come è accaduto? Nel corso della sua vita, Jung si era sempre mantenuto distante dalla “popolarizzazione” delle sue teorie. Eppure, grazie a un incontro casuale e a un sogno significativo, la sua visione avrebbe toccato il cuore di persone al di fuori dei circoli accademici (Jung, 1964). Nel 1959, Jung partecipò a una storica intervista televisiva con il giornalista John Freeman per il programma della BBC “Face to Face”. In questa occasione, Jung esplorò sia il suo lato personale, parlando di famiglia e religione, sia temi legati ai suoi studi, come il futuro dell’umanità e la psicologia profonda (Freeman, 1964). John Freeman racconta: “l’origine di questo libro è abbastanza insolita […] Durante l’intervista, Jung parlò di sé, della sua vita e del suo lavoro, e fu in quel momento che Wolfgang Foges, amministratore della Aldus Books, ebbe un’idea” (Freeman, 1964). Foges, un appassionato di psicologia, si rese conto che, mentre le teorie di Freud erano ben conosciute dal pubblico occidentale, le opere di Jung restavano inaccessibili a molti lettori. Decise così di parlare con Freeman per convincere Jung a scrivere un libro destinato a un pubblico più ampio, che potesse comprendere la sua filosofia.
Il rifiuto di Jung e il sogno che cambiò tutto
Freeman, entusiasta dell’idea, si recò a Zurigo per convincere Jung. Tuttavia, il maestro si mostrò inizialmente fermo: “Non ho mai cercato di rendere popolare la mia opera,” disse Jung, rifiutando l’idea di impegnarsi in un progetto così gravoso. La sua risposta sembrò chiudere definitivamente la questione. Ma il destino aveva in serbo una sorpresa. Dopo aver ricevuto numerose lettere entusiaste di persone comuni che avevano visto l’intervista e si erano sentite ispirate dalle sue parole, Jung ebbe un sogno che cambiò il corso della sua decisione (Jung, 1964).Jung sognò di essere in piedi in un luogo pubblico, circondato da una moltitudine di persone che lo ascoltavano attentamente, comprendendo ciò che diceva. Questo sogno lo colpì profondamente. Comprendendo l’importanza di questa comunicazione diretta con il pubblico, Jung si lasciò infine persuadere (Jung, 1964).
Quando Foges riprese la sua proposta, Jung accettò, ma pose due condizioni fondamentali:
- Il libro non doveva essere scritto da lui da solo, ma doveva essere un progetto collettivo, frutto del lavoro con i suoi discepoli più stretti, che avrebbero contribuito a diffondere il suo insegnamento (Jung, 1964).
- John Freeman, che aveva già partecipato al progetto, sarebbe stato il coordinatore, assicurandosi che il lavoro procedesse senza intoppi tra autori e editori.
E così nacque L’Uomo e i suoi Simboli, un libro che Jung non avrebbe mai scritto senza quel sogno e la determinazione di coloro che credevano nel valore del suo pensiero. Oggi, grazie a quella decisione, il suo lavoro continua a influenzare milioni di lettori, offrendo un approccio profondo alla psiche umana. La nascita di questo libro è un esempio straordinario di come la psicologia possa trovare nuove strade per comunicare con il pubblico e rivelare la sua profondità. Un sogno, un incontro casuale, e un’idea che ha cambiato la storia della psicologia (Jung, 1964).
Bibliografia (APA)
Jung, C. G. (1964). L’uomo e i suoi simboli. Aldus Books.
Freeman, J. (1964). Intervista con Carl Jung: Face to Face. BBC.