L’età assiale: la svolta storica individuata da Karl Jaspers
Tra l’VIII e il II secolo a.C., l’umanità ha vissuto un periodo di profonde trasformazioni culturali, spirituali e psicologiche che hanno segnato una svolta nella storia del pensiero umano. Karl Jaspers (1883–1969), filosofo e psichiatra tedesco, ha definito questo momento cruciale come “età assiale” (Achsenzeit), individuando in esso l’origine del pensiero riflessivo, della coscienza individuale e della ricerca interiore (Jaspers, 1949).
Secondo Jaspers, nonostante la civiltà umana si sia sviluppata circa 9.500 anni fa con la nascita delle prime città-Stato in regioni come la Mesopotamia, l’India, l’Egitto e la Siria, fu solo intorno all’800 a.C. che si manifestò una nuova modalità di pensiero centrata sull’interiorità dell’essere umano. In questo periodo, emersero in diverse aree del mondo – indipendentemente l’una dall’altra – figure come Confucio, Buddha, i profeti israeliti, i filosofi greci, Zarathustra e molti altri, che posero al centro della riflessione l’introspezione, l’etica personale e la trascendenza. Kerl Jaspers sottolinea come, per la prima volta nella storia, l’uomo si sia trovato di fronte a sé stesso in quanto soggetto autonomo, capace di interrogarsi sul senso dell’esistenza, sul bene e sul male, sulla sofferenza e sulla salvezza. Si trattò di un’autentica rivoluzione della coscienza, collettiva e individuale, che avrebbe costituito le fondamenta delle grandi tradizioni filosofiche e religiose ancora oggi influenti (Jaspers, 1949). Questo processo, che Jaspers interpreta come una svolta spirituale dell’umanità, ha dunque rappresentato il momento in cui l’individuo ha iniziato a concepirsi come essere responsabile della propria interiorità e del proprio destino, aprendo la strada a ciò che oggi chiamiamo consapevolezza, crescita personale e riflessione etica.
Il periodo assiale: un’epoca di trasformazioni interiori collettive
Nella sua indagine filosofica, Karl Jaspers osserva un fenomeno straordinario: in soli seicento anni, (tra l’800 a.C. e il 200 a.C), il mondo ha subito una trasformazione senza eguali rispetto ai millenni precedenti (Jaspers, 1949). Egli scrive a questo proposito;
“la coscienza divenne consapevole di se stessa, il pensiero prese il pensiero ad oggetto”. (Origine e senso della Storia, Jaspers K.,1949
Il filosofo ha studiato a fondo questa fase della storia evidenziando che:
“In questo periodo si concentrano i fatti più straordinari. In Cina vissero Confucio e Lǎozǐ, sorsero tutte le tendenze della filosofia cinese, meditarono Mòzǐ, Zhuāng Zǐ, Lìe Yǔkòu e innumerevoli altri. In India apparvero le Upaniṣad, visse il Buddha e, come in Cina, si esplorarono tutte le possibilità filosofiche fino allo scetticismo e al materialismo, alla sofistica e al nichilismo. In Iran Zarathustra propagò l’eccitante visione del mondo come lotta fra bene e male. In Palestina fecero la loro apparizione i profeti, da Elia a Isaia e Geremia, fino a Deutero-Isaia. La Grecia vide Omero, i filosofi Parmenide, Eraclito e Platone, i poeti tragici, Tucidide e Archimede. Tutto ciò che tali nomi implicano prese forma in pochi secoli, quasi contemporaneamente in Cina, in India e nell’Occidente, senza che alcuna di queste regioni sapesse delle altre.” (Jaspers, 1949)
In un arco di tempo abbastanza ristretto in relazione all’emergere della civiltà si assiste alla nascita di figure e correnti di pensiero fondamentali per la storia dell’umanità. Come ha sottolineato Jaspers in Cina emergono Confucio e Laozi, insieme a scuole filosofiche che spaziano dal razionalismo morale al pensiero taoista, con pensatori come Mòzǐ, Zhuāng Zǐ e Lìe Yǔkòu; in India vengono redatte le Upaniṣad, si afferma il pensiero del Buddha e si sviluppano visioni filosofiche che esplorano tutte le possibilità speculative, fino allo scetticismo e al materialismo; in Iran, Zarathustra propone una visione dualistica dell’esistenza come lotta tra il bene e il male; in Palestina compaiono i profeti biblici, da Elia a Isaia e Geremia, portatori di una profonda rivoluzione etica e religiosa; in Grecia fioriscono la poesia epica con Omero, la filosofia presocratica con Parmenide ed Eraclito, il pensiero platonico, la storiografia con Tucidide, la tragedia greca e le prime sistematizzazioni scientifiche con Archimede. Secondo Jaspers (1949), ciò che accomuna questi sviluppi è l’emergere di una nuova coscienza dell’essere umano, la riflessione sull’interiorità e l’elaborazione di principi etici universali. Tali rivoluzioni intellettuali si verificano in parallelo in diverse civiltà, senza che esse abbiano avuto contatti diretti tra loro, a dimostrazione del fatto che l’umanità intera stava attraversando una trasformazione epocale e convergente, volta alla fondazione di un nuovo modo di pensare, agire e percepire il mondo.
La presa di coscienza dell’essere umano
Vediamo come in tutti e tre i grandi centri culturali del mondo antico, l’uomo prese coscienza dell’Essere nella sua interezza (Umgreifende, alterità onnicomprensiva), di sé stesso e dei propri limiti. Comprese la complessità del mondo, riconobbe la propria fragilità e si pose domande radicali. Di fronte all’abisso dell’esistenza, comincio a desiderare la liberazione e la redenzione. Attraverso la consapevolezza dei propri limiti, si pose gli obiettivi elevati dell’incontro con l’assoluto e della profondità dell’essere-se-stesso e della relazione con la trascendenza. L’origine delle religioni, delle filosofie e delle discipline da cui successivamente si è sviluppata la psicologia può essere ricondotta al crescente bisogno dell’individuo di trovare risposte alle domande fondamentali sull’esistenza.
Conclusione: filosofia, religione e la trasformazione della coscienza
Diversi antropologi ritengono che le religioni siano nate per rispondere ai misteri fondamentali della vita, offrendo significato a eventi come la nascita, la morte e l’esistenza dell’universo. Fin dagli albori della società, gli esseri umani hanno cercato di elaborare spiegazioni per queste domande esistenziali. Le utopie e i conflitti interiori hanno stimolato la creazione di un’enorme quantità di contenuti, dai miti alle elaborazioni filosofiche, dalle dottrine religiose ai modelli politici (Jaspers, 1949). Jaspers ha esplorato la coscienza umana da una prospettiva antropologica e psicologica, analizzando il passaggio dalla fase detta epico-mitologica (Mithos) a quella razionale e logica (Logos), tipica dell’uomo moderno (Freedheim, 1992). Umberto Galimberti, che ha approfondito le tesi di Jaspers, evidenzia nel suo libro Il tramonto dell’Occidente come numerosi documenti risalenti al periodo assiale mettano in luce riflessioni sui processi del pensiero e del sentimento, ossia su ciò che oggi definiamo metacognizione. Jaspers osserva che, nel periodo assiale, si verificano contemporaneamente eventi di enorme portata in diverse aree del mondo, tutti accomunati dalla ricerca di una più profonda comprensione dell’uomo. Lui definisce questo momento storico con queste parole:
“Un asse della storia universale […] dovrebbe essere situato nel punto in cui fu generato tutto ciò che, dopo di allora, l’uomo è potuto essere, nel punto della più straripante fecondità nel modellare l’essere umano” (Jaspers, 1949). Con questo “asse” il filosofo vuole separare due epoche: da una parte le civiltà di tipo monofiletico e dall’altra le moderne civiltà policentriche. È doveroso spiegare questi due tipi di civiltà.
Dalla fase epico-mitologica (Mithos) alla fase razionale e logica (Logos)
Le religioni e i miti furono i primi tentativi di rispondere ai misteri fondamentali dell’esistenza: nascita, morte e origine dell’universo.
Karl Jaspers, nella sua opera Origine e senso della storia (1949), evidenzia il passaggio:
Dalla fase epico-mitologica (Mithos)
Alla fase razionale e logica (Logos)
Le civiltà Monofiletiche sono originarie, chiuse in sé stesse, spesso dominate da un solo mito o fondamento culturale (es. le civiltà agricole e mitiche). Le civiltà Policentriche sono moderne, nate nel periodo assiale, aperte alla riflessione critica e capaci di generare molteplici centri culturali e spirituali indipendenti. Secondo Karl Jaspers, l’individuo moderno che riflette su sé stesso è il frutto maturo di quell’epoca policentrica di trasformazioni interiori che egli definisce Periodo Assiale (Jaspers, 1949). A partire da quell’epoca, e quasi simultaneamente in diverse aree del “Vecchio Mondo”, ovvero tra Occidente e Oriente (in particolare in Grecia, India e Cina), iniziarono ad emergere visioni dell’uomo fondate su una nuova consapevolezza individuale, che posero le basi per tutto il pensiero filosofico successivo. Fu proprio in quel periodo che i racconti mitici e le credenze magiche vennero progressivamente sostituiti da principi morali fondati sulle grandi dottrine religiose e da un’analisi razionale della realtà, orientata alla comprensione delle cause naturali dei fenomeni fisici (Jaspers, 1949). Il pensiero umano iniziò così a emanciparsi dalla dimensione collettiva mitica, sviluppando strumenti di riflessione individuale e dell’autocoscienza.
Verso un nuovo Periodo Assiale?
Jaspers ipotizza che l’umanità contemporanea, oggi in crisi spirituale, possa entrare in un secondo periodo assiale.
Nel suo testo fondamentale Origine e senso della storia, Jaspers ipotizza inoltre che l’umanità, superando il rischio dell’autodistruzione derivante da un uso incontrollato della scienza e della tecnica, possa avviarsi verso un secondo “Periodo Assiale” (Jaspers, 1949). Secondo il filosofo, il “senso di vuoto” che caratterizza la cultura contemporanea si contrappone alla pienezza spirituale dell’epoca assiale, ma al contempo lascia intravedere la possibilità di una nuova fase storica: una fase in cui l’intera umanità, riconoscendosi in un destino comune, potrebbe realizzare un processo collettivo di umanizzazione, volto a compiere pienamente l’essere umano. Questa visione si connette alla riflessione dello psicopolitologo Luigi De Marchi (1992), il quale afferma che il vero progresso non consiste nello sviluppo tecnologico, bensì in un’evoluzione interiore dell’uomo. Per De Marchi, ogni individuo può contribuire a questo processo globale attraverso un lavoro psicologico personale, che favorisca la maturazione della coscienza come protagonista della storia e della trasformazione sociale. Analogamente, Heinz Kohut (1971) delinea un cammino interiore nel quale il narcisismo – da egocentrico e difensivo – può trasformarsi in un narcisismo cosmico, ovvero in una forma di apertura e connessione empatica con l’altro e con il mondo. Questo sviluppo, che implica l’attivazione degli stati più elevati della coscienza, costituisce la base dei processi di mentalizzazione, cioè della capacità di dare forma e significato al vissuto interiore e alle relazioni umane. Oggi, gli autori ritengono che le funzioni superiori dell’Io, che permettono l’insight delle tendenze inconsce, avvengano grazie ai “processi simbolici” capaci di realizzare una rappresentazione complessa del mondo e di noi stessi. Questi processi mentali sono quelli che realizzano nell’individuo una maggiore consapevolezza del proprio comportamento. Questo rappresenta un aspetto fondamentale affinché sia possibile prendere decisioni ponderate e sagge per il futuro di se stessi e di chi arriverà.
Bibliografia
De Marchi, L. (1992). L’intelligenza del cuore. Milano: Mondadori.
Jaspers, K. (1949). Vom Ursprung und Ziel der Geschichte [Origine e senso della storia]. München: Piper. (Ed. it.: Origine e senso della storia, Milano: Il Saggiatore, 1971).
Kohut, H. (1971). The Analysis of the Self: A Systematic Approach to the Psychoanalytic Treatment of Narcissistic Personality Disorders. New York: International Universities Press.
Petrini P. e G. I. De Carlo (2013). “Psiche e Cambiamento. Franco angeli: Milano