L’ansia è una risposta di allerta del corpo quando viene percepito un pericolo o una minaccia all’integrità del corpo o della psiche, ma quando bisogna preoccuparsi?
Bisogna partire dal presupposto che non si può vivere senza l’ansia in quanto questo è un meccanismo di autoconservazione della vita antico, appartenente alla nostra specie per la salvaguardia all’integrità psichica e fisica.
È una risposta che serve all’organismo per proteggersi da minacce che possono mettere a rischio l’integrità della vita. Per esempio, se sta arrivando un’auto a tutta velocità, è quel percepire immediato il possibile pericolo, che ci induce ad allontanarci dal ciglio della marciapiede senza starci troppo a pensare.
Dunque è una risorsa fondamentale dell’organismo che può insorgere in qualunque momento in relazione ai possibili stimoli, senza della quale, saremo sottoposti a costanti situazioni di pericolo.
Di solito è accompagnata da paura e apprensione legate a aspetti ritenuti fondamentali dalla persona come la salute, il lavoro, la vita familiare e il sostentamento economico.
Ma come si manifesta?
Normalmente si manifesta con risposte fisiologiche del corpo come l’aumento del battito del cuore, della frequenza respiratoria del tono muscolare, della sudorazione, una sensazione di chiusura dello stomaco e bocca asciutta. Questi fenomeno però scompaiono una volta che scompare l’evento che li ha provocati.
Può succedere che la risposta ansiosa ad una situazione di intensa paura, e di estremo pericolo, possa far entrare la persona nel panico e provocare tutta una serie di sensazioni violente come sensazione di soffocamento, vertigini, mal di stomaco, diarrea, nausea, brividi, vampate di calore, minzione frequente, sensazione di nodo alla gola, contrazioni muscolari, tremori e svenimenti.
Quando preoccuparsi se si vivono stati ansiosi?
Questo è il caso in cui sensazioni ansiose possono insorgere in maniera del tutto scollegate ad eventi paurosi, oppure quando ci si accorge di avere reazioni totalmente spropositate in base alle situazioni di reale pericolo.
Quando queste sensazioni si presentano con una certa regolarità e con livelli sproporzionati è compromettono la qualità della vita a livello psichico e fisico allora è il caso di preoccuparsi e di consultare un esperto per capire stia succedendo.
Infatti spesso sensazioni di ansia sino al panico, non legati a situazioni contingenti di pericolo di vita, sono spesso sinonimo di un malessere di natura esistenziale.
In questi casi se la situazione persiste è importante domandarsi da cosa questi sintomi possono dipendere.
Se si fa questo passo e si riesamina lo stile di vita, gli eventi che negli ultimi tempi possono aver inciso sull’emotività; lasciandosi la possibilità di stemperare le emozioni legate spesso a situazioni stressanti è possibile che il fenomeno si ridimensioni da solo.
Delle volte basta fermarsi e domandarsi cosa non va’, riflettere su di sé, e su ciò che si vorrebbe cambiare per trovare delle modalità più consone di esistere in base a come siamo. Questo spesso basta per risolvere problemi di ansia se non troppo intensi. Così spesso si scopre di chiedersi troppo, di essere troppo stressati, di dire troppo spesso di si, di vivere nella paura delle prestazioni o nella paura di perdere il lavoro. Una semplice domanda può aiutare a chiarirsi circa le proprie paure esistenziali.
Per esempio ci si può domandare?
Ma di cosa ho più paura? E se succedesse quello di cui più ho timore cosa potrebbe accadermi?
Sembra strano ma alle volte questa semplice domanda è illuminante perché consente di passare da uno stato di ansia indefinita a uno stato di ansia con un pericolo decodificato.
Tutti gli esperti sanno che le emozioni legati a pericoli aleatorio e non identificati producono a livello psicofisico risposte più intense sino al panico, mentre situazioni angoscianti, ma inquadrabili e circoscritte, vengono percepite dalla mente come meno pericolose.
Riuscire a fare da soli un lavoro di riesamina e riflessione sulla propria vita è un ottimo sforzo per risolvere sintomi fastidiosi che possono emergere in un periodo della vita particolarmente faticoso e stressante. Inoltre è un modo per migliorare la propria capacità di fronteggiare le problematiche, acquisizione che può permanere allungo e essere utile anche nel futuro.
Ma non sempre però i sintomi di natura ansiosa o fobica possono passare con la sola riflessione e il tempo.
Anzi può accadere che lasciare passare del tempo produca effetti opposti aumentando nell’intensità e nella frequenza.
In questi casi è importante cercare un bravo psicoterapeuta che possa valutare che tipo di trattamento è consigliabile in quella specifica situazione.
Ma qual è la cura?
Di solito il trattamento migliore è quello che tiene presente come funziona una persona, quale è il suo modo di relazionarsi con se stesso e con gli altri e quanto invalidanti sono i suoi sintomi.
In base a queste analisi (detta investigazione psicodiagnostica) è possibile stabilire che tipo di trattamento è curativo per quella specifica persona.
Nei casi meno gravi può bastare, anche solo, un periodo di psicoterapia in cui si cerca con la persona di analizzare il suo problema, individuare possibili soluzioni e accompagnarla in una fase di cambiamento. Nei casi più invalidanti può essere importante associare alla psicoterapia un intervento farmacologico prescritto da un medico psichiatra affinché la condizioni sintomatologica si attenui.
Infatti quando stati di ansia producono isolamento, sono paralizzanti circa i progetti di vita, e interferiscono con la vita sociale e lavorativa è importante abbassare il livello di angoscia per poter accompagnare la persona a una graduale riappropriazione della sua esistenza.
Grazie dell’attenzione
Psicologa, Psicoterapeuta psicoanalitico
Dott.ssa Giulia I. De Carlo
Studio in: corso Gramsci 133, Palagianello (Ta)
tel 3201987812 email: giuliadecarlo@hotmail.com